L’anno scorso durante le vacanze invernali visitai con un amico il Santuario della Madonna di Lourdes del Nevegal.
A fianco della chiesa un piccolo cartello ad altezza piedi indicava un percorso verso la collina adiacente.
Sul cartello era riportata la scritta Via Crucis.
Ci incamminammo.
Dopo pochi metri incontrammo un grosso macigno scolpito per metà sul lato che si affacciava sul sentiero.
Le figure scolpite emergevano parzialmente dalla roccia grezza come nell’incompiuto San Matteo di Michelangelo.
Lessi la scritta incisa nella parte bassa e grezza del macigno : “Gesù nell’orto”.
Procedemmo lungo il sentiero in salita, addentrandoci nella foresta, nell’atmosfera ovattata di quel luogo sacro in cui il silenzio era rotto solo dal rumore delle foglie secche sotto i nostri passi.
Arrivammo ad un’altra scultura. Riportava “II Tradito da Giuda”.
Incuriosito, chiesi al mio amico il significato di quei numeri.
Mi spiegò che nella Via Crucis vi sono circa una dozzina di stazioni numerate presso le quali le persone si fermano a pregare e ad ogni stazione viene ricordato un particolare momento della passione di Cristo.
Alzai lo sguardo: disseminate lungo la collina scorsi vari macigni emergere qua e là.
Continuammo a camminare. Il sentiero, sempre in salita, effettuava un tornante.
Da li a poco un’altra scultura: III Gesù condannato dal Sinedrio
Le osservai più da vicino: la superficie scolpita era aspra, cruda, aghi di pino riempivano gli interstizi e una sottile muffa stava cominciando a ricoprire la superficie delle parti più all’ombra.
Osservai all’interno di un riquadro il nome F. Fiabane: doveva essere la firma dello scultore.
Procedemmo. Cominciai ad osservare le stazioni da diverse angolazioni. Notai che nonostante i tratti in alcuni casi appena abbozzati dei vari personaggi emergeva sempre e comunque un intensissimo pathos.
Il sentiero continuava ad inerpicarsi sulla collina.
Ad un tratto mi parve lampante il significato simbolico di tutto l’ambiente che mi stava circondando: il sentiero in salita, le stazioni disposte lungo il ciglio, la fine del sentiero con la stazione “Gesù è risorto Alleluia” posizionata sulla cima della collina dove svettava il campanile del santuario.(Noto solo ora che scrivo che le mani stesse di Gesù nell’ultima stazione sembrano staccarsi dalla materialità della roccia ).
Rimasi profondamente colpito dall’opera nel suo insieme e decisi di intraprendere la mia personale via crucis avventurandomi in questa serie fotografica che spero possa far rivivere almeno in parte le stesse emozioni che ho provato io nell’avventurarmi in quel luogo.
Il libro
Da questa serie ho tratto l'omonimo libro con le citazioni evangeliche associate ad ogni stazione.